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Ultima escursione e questa volta siamo ancora più wild. Ovviamente si scherza ma sicuramente questa é un’escursione un po’ diversa: abbiano scelto una motorata con buggy per scoprire qualcosa di più nascosto della repubblica domenicana.
Troviamo un meraviglioso punto panoramico che ci permette di vedere nitidamente l’isla Catalina e le sue belle palme.
Certo una motorata non passa inosservata quindi spieghiamo ad alcuni poliziotti di cosa si tratta. Fortuna che con noi c’è una guida che ci aiuta a farci capire. La guida domenicana è simpaticissima e per tutto il tragitto , appena può, ci scatta qualche foto.
Attraversiamo con il buggy delle magnifiche cave rosse sono le cave di Cumayasa
Lo scenario é surreale, nascosto dalla vegetazione caraibica.
Con il buggy ci fermiamo all’ingresso di una grotta meravigliosa, la grotta di Cumayasa di qui proseguiamo a piedi. All’ingresso della cava troviamo due piccoli pipistrelli appollaiati, non sappiamo ancora in realtà che all’interno i pipistrelli sono i veri padroni della grotta.
Questa grotta é stata interamente scavata dalle acque del mare, il quale ha letteralmente modellato la pietra rendendola quasi scultura.
All’interno, notiamo che ci sono dei cartoni per terra e qualche bottiglia, così la nostra guida ci spiega che quella grotta é il luogo di ritiro spirituale di alcuni evangelici che vi trascorrono circa 40 notti, pregando e leggendo testi sacri, illuminati dalla sola luce naturale che penetra da un lucernario naturale.
Perché la cueva é considerata un luogo “sacro”? Se osservate bene all’interno potrete osservare un suggestivo spettacolo che solo l’occhio umano, guidato dal coinvolgimento psicologico, potrà cogliere; nell’atto più grande della grotta, alcune stalattiti sembrano riprodurre la natività. La pietra scavata, riproduce i dettagli di volti e abiti e nessuna reflex é in grado di cogliere fedelmente tanta particolarità.
Riprendiamo i buggy e la corsa tra la polvere continua. La fermata successiva é in una scuola, nel mezzo di alcune baraccopoli. anche qui troviamo uno spaccio di caramelle, rum e altri prodotti. acquistiamo caramelle e biscotti da regalare ai bambini che, sentiti i buggy, ci aspettano.
Quando entriamo il maestro é seduto alla cattedra e 4-5 alunni sono rivolti con la faccia verso la lavagna, questa cosa sa tanto di punizione ahimè. In effetti é vero, distratti dai motori, alcuni bambini non erano più nella pelle e si erano affacciati alle finestre, senza più curarsi del maestro.
La classe non la si può definire esattamente convenzionale, in un’aula ci sono bambini di ogni età in divisa e non. Si mettono in fila per avere i biscotti, qualcuno fa la fila due o tre volte per tentare di recuperare qualche pacchetto di biscotti in più.
Eppure con il tempo ci ho riflettuto: é giusto fotografare questi bambini ? Loro non vedono l’ora di farsi fare qualche foto con l’iPhone e poi rivedersi ma nella nostra ricca società, ci permettermi mai di fotografare bambini che non conosciamo? Daremmo loro caramelle? Entreremmo mai nelle loro scuole?
Un po’ per colpa nostra e un po’ per colpa della povertà e della cultura, lo facciamo, noncuranti dei principi che tanto reclamiamo a casa nostra come la privacy, ci sentiamo in un museo e fotografiamo tutto e tutti come se ogni cosa, persone comprese, fossero attrattive messe lì per divertirci.
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