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Il Monastero di Santa Chiara è una delle chiese più famose di Napoli e forse una dalle più amate dai Napoletani stessi. La sua sobrietà esterna nasconde un cuore ricco e prezioso. Il suo chiostro maiolicato è un piccolo tesoro inaspettato e contrastante con la sobrietà della grande chiesa nel cuore centro storico di Napoli.
]Anche se il tempo è nuvoloso, un debole fascio di luce illumina perfettamente il centro del chiosco e si riflette sulle maioliche facendole brillare.
Il meraviglioso chiostro fu progettato da Antonio Vaccaro nel 1739,egli mantenne la linea gotica del complesso intero ma le maioliche lo impreziosirono.
]In napoletano queste mattonelle si chiamano Riggiole e furono opera del genio di Donato e Giuseppe Massa.
Le riggiole, però non rappresentano immagini sacri ma anzi, riflettono la quotidianità della Napoli del tempo; una sorta di finestra sul mondo, l’unica a disposizione delle Clarisse, votate alla clausura.
Le belle colonne sono invece avvolte da maioliche che rappresentano tralci di uva simbolo di una natura generosa e rigogliosa .
Avvolge il chiostro maiolicato, un grande portico completamente affrescato con storie francescane e muretti, sempre rivestiti di coloratissime maioliche
Nel progetto originale, l’accesso al chiostro avveniva dalla Chiesa di Santa Chiara;una grande scalinata, piuttosto alta lascia intravedere tutta la bellezza del chiostro, uno spettacolo mozzafiato, ieri come oggi.
Non potete perdere all’interno del complesso di Santa Chiara, il bellissimo museo che raccoglie un po’ tutta la storia della Chiesa dal 300 fino al 700.
Si parte con l’area archeologica esterna che raccoglie i resti delle terme romane ritrovate sotto la chiesa.
Segue la stanza della storia in cui si custodiscono i busti dei fondatori del monastero ovvero la devota Sancia di Maiorca e Roberto D’Angiò.
L’ambiente intimo di questa sala si interrompe con l’inizio della candida stanza dei marmi, dove si trova frammenti della chiesa originale, ad esempio il bassorilievo di Santa Caterina e altri frammenti come quelli delle balaustre dei terrazzi delle celle delle clarisse.
L’atmosfera diviene di nuovo calda e sacrale nella stanza posta al livello superiore dedicata all’esposizione di reliquiari in argento, sculture lignee e preziosi tessuti broccati.
Non concludete la vostra visita senza prima stupirvi per l’ennesima volta: Rimarrete anche voi incantati dal meraviglioso presepe settecentesco.
Questa splendida realizzazione apparteneva alla collezione di Ferdinando IV di Borbone, il Re “Nasone”, che era un vero e proprio estimatore di quest’arte tutta napoletana.
A stupirci, non è tanto la grandezza di questo presepe, ma l’infinità di minuziosi dettagli: le stoffe pregiate, le maioliche dipinte a mano, i volti così precisi di tutti i personaggi presenti sul presepe e altri particolari, piccoli e grandi che si intravedono nel paesaggio.
La ricostruzione fedele della napoli del 700 è spezzata dalla natività che invece è rappresentata in modo classico, all’interno dei ruderi di un tempio romano.
Uno spettacolo da cui è difficile staccarsi, sembra quasi un gioco a chi trova più dettagli e a chi si stupisce di più di fronte a tanta arte.
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