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Lunedì, purtroppo… ci tocca già andare via ma non subito. Abbiamo ancora tutta mattinata per goderci Matera e abbiamo scelto di perderci nella bellezza e nell’unicità del Parco archeologico storico-naturale delle Chiese rupestri del Materano. Colazione al bar e poi subito in auto; il tragitto non è molto lungo, si tratta di circa 15 minuti. Ci ritroviamo in un piazzale molto grande in cui parcheggiare l’auto, recintato da una staccionata in legno. Scavalchiamo velocemente ed eccoci nel cuore antico di Matera. Di fronte a noi un immensità di grotte scavata nel tufo e sotto di noi la Gravina.
Noi, sempre poco prudenti, ci arrampichiamo tra le rocce per godere al meglio di tutto questo splendido panorama. Qualche gruppo poco distante canta accompagnato da una chitarra. Ragazzette che forse avrebbero dovuto essere a scuola, sono invece lì sedute sull’erba a raccontarsi chissà quali segreti. Tante coppie sorridono mentre si inquadrano con la fotocamera anteriore dello smartphone.
Ai nostri piedi scorre un lungo torrente, il cui letto di calce si fa strada nella Gravina di Matera mente l’inconfondibile paesaggio della Murgia Materana ci circonda, tutt’intorno.
Nel Parco archeologico storico-naturale delle Chiese rupestri del Materano, ci sono 150 Chiese rupestri, databili nel periodo dell’alto Medio-evo. Esse accoglievano le tantissime comunità monastiche bizantine e benedettine. Entriamo e usciamo dalle grotte, ci arrampichiamo, sempre più in alto e poi di nuovo scendiamo.
Di fronte a noi i Sassi di Matera brillano al sole come piccole perle mentre gli usignoli attraversano il cielo cantando.
Matera, è ormai tempo di salutarci…dobbiamo tornare a casa ma resteremmo qui ancora a guardarti, ammirarti, a passeggiare per le tue piccole stradine.
Piccola Matera, sei caduta, ti sei sporcata, sei stata abbandonata e dimenticata. Oggi sei una meravigliosa regina, con il tuo più bell’abito sei al centro dell’attenzione di tutti. Ti fai osservare, ti fai ammirare e ti offri a tutti coloro che si presentano al tuo cospetto. Oggi tu puoi vantarti del titolo di cui sei stata insignita: capitale europea della cultura 2019. Fatti valere, perchè sarai anche stavolta la più bella, la più forte, la più coraggiosa.
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