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“..birre come da copione, sigarette a colazione, in piazza una chitarra suona sempre la stessa canzone…”
Attraversi i ponti Roma e ogni volta il tuo sguardo cade sull’acque del Tevere: non è la Senna, non è il Tamigi è solo il Tevere, poeticamente chiamato biondo, per la sua acqua scura e torbida che probabilmente lo rende meno elegante degli altri ma… è discreto e questo rende la città perfetta.
“…Il biondo Tevere s’è fatto moro, Roma è più bella quando sto da solo…”
La cupola di San Pietro la scorgi da qualsiasi luogo di Roma ma ti accorgi che ti stai avvicinando sempre più a lei quando per la strada comincia a notare tra la folla tuniche nere o veli bianchi. Via della Concordia, sembra stata progettata apposta per rendere la strada verso Piazza San Pietro sacrale. Niente intorno a te, su questa lunga strada, può distogliere l’ attenzione dall’unica piazza trasmessa sempre in mondovisione.
Amo quando Piazza San Pietro diventa man man dorata verso sera. Passerei tutto il tempo a vederla illuminarsi e svuotarsi…più diventa bella più diventa sola, pochi si voltano indietro per ammirarla, nessuno staserà tornerà a guardarla.
“…Cielo d’ovatta, urlo con la testa sotto l’acqua e tu mi guardi come se c’ho la risposta esatta
Una vecchia Mustang con la targa che si stacca Strada affollata mi lascio ingoiare dalla calca…”
A Castel Sant’Angelo, la gente è ancora tanta. Il cielo è ormai ottanio, il Tevere adesso è oro, illuminato dalle luci calde dei ponti e dei lampioni.
“…Tevere pare l’oceano, noi che viviamo a notte fonda e al mare ci tuffiamo a bomba…”
Passiamo per l’Ara Pacis, racchiusa nella sua teca di cristallo e passeggiamo per Via Ripetta, dove in corso ci sono già gli aperitivi che aprono il sabato sera. I varchi adesso sono attivi dappertutto, il traffico è più intenso, le persone sui gradini non parlano più inglese ma romanaccio, non si scattano più selfie da turisti, ma bevono Peroni.
Piedi gonfi, gambe stanche, di nuovo la fame che si fa sentire e uno spritz di troppo che fa le nostre teste più leggere dei nostri corpi. Ho perso il conto dei km, il conto delle ore e forse anche 10 euro ma sono le otto di sera, piove già da un po’ eppure…a quest’ora Roma profuma; Ogni giorno va in scena il suo spettacolo, sempre a recitare la stessa parte, sempre a mostrarsi bellissima e impeccabile, nonostante spesso non lo sia affatto e ora come un’attrice, dopo l’inchino, si scioglie i capelli, toglie il trucco e si distende per riposare. Roma adesso profuma semplicemente di casa.
“Che amarezza Piazza Venezia
Un corazziere ferma a fa la statuetta (che scesa)
Lo scroscio a piombo apre le danze, parabrezza
Nei Fori turisti in carrozza che lentezza
E la pioggia che blocca le vie
La città della lupa è una tartaruga…”
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